Dall’8 all’11 Maggio 2024, si è tenuta a Roma, l’11° edizione di Ecofuturo Festival.
E’ stato un evento gratuito dove si è parlato di innovazione eco-tecnologica, formazione e di stili di vita sostenibili.
Come Carbon Planet abbiamo avuto la possibilità, insieme ad altri relatori, di parlare del tema dei crediti di carbonio. Il nostro CEO Riccardo Fraccaro ha raccontato, in particolare, perché abbiamo deciso di proporre sulla nostra piattaforma solo crediti di carbonio di alta qualità, derivanti cioè da attività che realmente apportano benefici nella lotta contro il riscaldamento globale.
In particolare, la nostra start up si sta concentrando su due attività che possono generare crediti carbonio di alta qualità: bio-edilizia e gestione forestale sostenibile.
Il Regolamento Europeo che definisce il quadro delle certificazioni per gli assorbimenti di carbonio (CFCR) specifica che i crediti di carbonio per essere di alta qualità devono soddisfare dei requisiti riassunti nell’acronimo di QU.A.L.ITY e che devono derivare esclusivamente dai seguenti settori:
- Permanent carbon removal (immagazzinamento del carbonio atmosferico o biogenico per diversi secoli);
- Temporary carbon storage in long-lasting products (come le costruzioni a base di legno);
- Temporary carbon storage from carbon farming (ad esempio ripristino di foreste e suolo, gestione delle zone umide, praterie di fanerogame marine);
- Soil emission reduction (da carbon farming) che include riduzioni di carbonio e protossido di azoto derivanti dalla gestione del suolo.
Le costruzioni edilizie in legno strutturale vengono dunque considerate come attività di “Temporary carbon Storage in long-lasting products”, e possono essere considerate conformi ai requisiti QU.A.L.ITY perchè sono: quantificabili (QU.) ovvero possiamo calcolare la CO2 stoccata negli elementi strutturali al netto delle emissioni derivate dall’attività di trasporto e lavorazione; sono addizionali (A.) perché l’utilizzo stesso del legno contribuisce a rendere l’intero settore edile un magazzino di carbonio; sono di lungo termine (L.) ovvero lo stoccaggio del carbonio in un’opera strutturale di legno ha una vita nominale tra i 50 e i 100 anni; sono sostenibili (ITY.) in quanto la sostenibilità è garantita dall’utilizzo di materiali sostenibili.
Nella metodologia che noi utilizziamo, per il calcolo della CO2 stoccata all’interno del prodotto legnoso, consideriamo la materia prima proveniente da foreste certificate, quindi da foreste gestite in modo sostenibile.
Le foreste in Italia occupano circa il 37% del nostro territorio rappresentando l’infrastruttura verde più grande del Paese. Purtroppo la maggior parte di questi boschi sono abbandonati per ragioni legate a molteplici fattori i principali sono: la parcellizzazione in piccole proprietà private quindi risulta difficile accordarsi sulla manutenzione e la mancanza di accessi alle zone boschive per la mancanza di strade. La mancanza di gestione ha come conseguenze dirette un maggior rischio di incendio, la riduzione della biodiversità e, non meno importante, una riduzione della capacità del bosco di stoccare CO2. Una volta raggiunta la maturazione, infatti, affinché la foresta possa continuare ad assorbire più anidride carbonica di quella rilasciata nell’atmosfera, è necessario dare spazio agli alberi più giovani togliendo quelli più maturi che possono comunque continuare il loro ciclo di vita nella bio-edilizia. Questo ulteriore passaggio garantisce che la CO2 che hanno stoccato durante la loro fase di crescita rimanga immagazzinata per un lungo periodo all’interno degli edifici che si trasformano così in serbatoi di CO2.
Un tale circuito virtuoso ci permetterebbe infine di ridurre la nostra dipendenza dall’estero dato che l’80% del legno che usiamo in Italia proviene da Paesi esteri.
A breve sarà disponibile il video dell’intervento.