In tempi in cui fa discutere costruttori e cittadini la direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici, c’è un segmento dell’edilizia che da sempre è all’avanguardia sul fronte ambientale e che negli ultimi dieci anni, grazie soprattutto all’introduzione di alcune tecnologie che ne hanno migliorato le prestazioni e applicazioni, sta conoscendo uno sviluppo senza sosta, quello degli edifici in legno.
Italia terzo produttore in Europa
A confermare lo stato di salute del settore è il settimo Rapporto Edilizia in legno realizzato dal Centro studi di FederlegnoArredo e relativo al 2021, anno in cui l’Italia, con un valore di quasi 1,8 miliardi di euro, è diventata il terzo produttore europeo di case in legno, dopo Germania e Svizzera, registrando una crescita del 33% rispetto al 2020. Sono state 3.400 le nuove unità abitative realizzate nel 2021, con una tendenza verso la realizzazione di opere caratterizzate da una complessità ingegneristica crescente. Anche questa tendenza è una conferma di quanto sta accadendo al mercato dell’edilizia in legno da una decina di anni a questa parte: non più solo villette mono o bifamiliari, o edifici particolari, ma veri e propri edifici a più piani, spesso condomini in contesti urbani.
Non solo: se le regioni dove si concentra la maggior parte di case in legno sono soprattutto al Nord (Lombardia in testa , seguita da Trentino, Veneto, Emilia Romagna e Marche), il fenomeno si sta diffondendo ormai in tutta Italia. Anche il maggior numero di aziende produttrici si trova in Lombardia, ma è nelle provincie di Trento e Bolzano (con il 34% del valore della produzione totale) che si concentrano i player principali del settore.
Quota di mercato in aumento
«Circa una casa su 13 è costruita in bioedilizia in legno, raggiungendo oggi una percentuale sul complessivo dei permessi di costruire superiore al 7,3% – commentano da Assolegno –. Aumenta anche il valore costruito al metro quadrato e la dimensione media delle costruzioni, dati che riflettono la capacità dell’edilizia in legno di rivolgersi anche a realizzazioni sempre più complesse. Si sta quindi sviluppando un trend positivo che coinvolge anche la realizzazione di edifici multipiano e che, per maggior parte delle opere, abbraccia all’interno del nostro circuito urbano, complessi realizzativi aventi 4-5 piani fuori terra. Questa tipologia costruttiva, intesa come nuova foresta urbana, può sicuramente contribuire a un sviluppo sostenibile del segmento edile, riuscendo di fatto ad essere un magazzino di carbonio e mitigando gli effetti del cambiamento climatico».